Prendere un bar in gestione significa che il proprietario ci affiderà il bar per mezzo di un contratto di affitto d’azienda a fronte del pagamento di un canone. Oltre a ciò dovremo probabilmente pagare le merci presenti, al prezzo di acquisto, e uno o più canoni a garanzia di tutte le obbligazioni presenti nel contratto.
Quali requisiti servono per aprire un bar?
Cominciamo dai requisiti personali e professionali che servono per aprire un bar: La legge richiede il possesso anche di uno solo dei seguenti requisiti per aprire un bar: essere diplomati presso un istituto alberghiero o aver frequentato un corso professionale per il commercio relativo al settore merceologico.
Come si prende un ristorante in gestione?
Prendere un ristorante in gestione può far risparmiare molto rispetto alla sua apertura ex novo. Quando si prende un ristorante in gestione, infatti, con esso si rilevano anche tutte le attrezzature, gli arredi, le eventuali licenze nonché la sua nomea, la reputazione ed i vecchi clienti.
Quando si decide di dare in gestione la propria attività?
Quando si decide di dare in gestione la propria attività come abbiamo appena parlato nel passo precedente, ci sono moltissime carte da firmare tra il proprietario dell’azienda e la persona o le persone che decidono di prendere in mano l’azienda.
Quanto costa gestione di un bar?
A seconda delle dimensioni e del fatturato del bar, il costo per prendere in gestione un bar può variare da 1.000/1.500 € al mese fino anche 10, 20 o 30 mila euro al mese. Tutto dipende dall’avviamento e dal valore degli arredi e delle attrezzature presenti nel bar.
Cosa comporta la gestione di un bar?
Prendere in gestione un bar vuol dire firmare un accordo per amministrarne gli aspetti per conto di qualcun altro. In poche parole è come acquistarne uno ma senza l’onere iniziale dell’investimento.
Cosa vuol dire prendere in gestione?
Prendere in gestione un ristorante significa rilevare un’attività già funzionante. A fronte di un pagamento nel quale si dovrà conteggiare l’avviamento, ovvero il valore aggiunto dell’attività, si potrà ottenere un ristorante pienamente funzionante.
Cosa fare per dare in gestione l’attività?
L’azienda è un bene produttivo: per cederla bisogna stipulare un contratto tra le parti. Per dare in gestione la tua attività commerciale dunque, devi stipulare con il nuovo gestore un contratto: precisamente un contratto di affitto d’azienda.
Quanto vale un bar che incassa 400 euro al giorno?
Quanto deve guadagnare per rientrare nei costi? «Un bar che voglia chiamarsi tale non può fatturare meno di 400-600 euro al giorno, circa 15mila euro al mese, altrimenti si chiude».
Quanto guadagna un gestore di un bar?
Lo stipendio medio per la posizione di responsabile bar nella località selezionata (Italia) è di 1.341 € al mese.
Quanto costa prendere in gestione un B&B?
Generalmente, l’investimento iniziale medio per aprire un B&B, in una struttura di proprietà, si attesta sui 30.000 – 40.000 euro, considerando in tale cifra i costi per piccoli interventi di ristrutturazione, l’arredo e l’allestimento delle camere, dei bagni e degli spazi comuni nonché i costi per gli adempimenti
Cosa serve per prendere in gestione una pizzeria?
Anche se non si tratta di aprire una nuova attività commerciale, prendere in gestione una pizzeria significa occuparsi di diverse questioni burocratiche, seguendo in modo scrupoloso la normativa vigente.
Quanto deve guadagnare un bar al giorno?
Un bar medio italiano incassa circa 300 Euro al giorno, poco più di centomila Euro all’anno.
Come calcolare le tasse di un bar?
Per il calcolo delle tasse di un bar con la flat tax dovremmo prendere il fatturato netto annuo, moltiplicarlo (come nel caso del regime forfettario) per 40% (coefficiente ATECO della ristorazione) e sottrarre l’eventuale INPS. Il rimanente andrà moltiplicato per il 15%, la tassazione che pagheremo.
Quali sono le spese di gestione attività commerciale?
Queste spese si possono riassumere qui di seguito: Affitto del locale in cui si esercita il commercio; Pagamento degli stipendi dei dipendenti; Spese per acquisto di beni e servizi necessari allo svolgimento dell’attività (energia elettrica, telefono, manutenzioni, pulizie, etc.);